Nel 221 AC con la conquista della Gallia da parte dei romani sorgono vari accampamenti militari nella zona fra Milano e Como con il suo retroterra che si estende fino a Lugano.

Alcuni dati vogliono infatti che a Stabio (allora Stabulum Caesaris) Giulio Cesare stesso, al suo passaggio, abbia approfittato delle proprietà salutistiche delle acque termali, che pare sgorgassero già in tempi remoti e abbiano origini antichissime, trovandosi in un territorio appartenente all’epoca giurassica.

I romani attribuivano a queste acque proprietà medicamentose, utili in particolar modo per curare la scabbia (malattia della pelle).

Successivamente si perdono le tracce delle acque di Stabio. Le ritroveremo poi intorno alla metà del 1600, dove inizialmente le autorità del luogo fecero coprire le sorgenti, senza lasciare indicazione alcuna del luogo in cui sgorgasse l’acqua. Si pensava addirittura che «l’acqua marcia», così denominata in virtù del suo odore caratteristico, potesse nuocere alla salute.

Accertata in seguito l’efficienza terapeutica dell’acqua, le terme conobbero in quegli anni un periodo di meritata prosperità. Grazie a studi specifici eseguiti da professionisti, alcuni cittadini di Stabio nel 1852 decisero di fare degli scavi per rintracciare la sorgente. Nacque così il primo stabilimento detto «Sociale» (1853). Alcuni anni dopo, nella parte bassa del borgo, i fratelli Maderni costruirono il secondo stabilimento termale (1856).
L’affluenza del pubblico fu così intensa da dimostrare l’insufficienza di due stabilimenti, ne furono così costruiti altri due: il Ginella e il Mola (quest’ultimo voluto dal Prof. Cesare Mola, allora ispettore scolastico).

Tutti gli stabilimenti furono molto apprezzati e frequentatissimi. In quegli anni le terme raggiunsero il massimo splendore, ospitando personaggi illustri, quali Alessandro Manzoni o Carl Mozart (figlio di Amadeus).

Il periodo d’oro durò fino alla prima guerra mondiale. Le aumentate difficoltà di transito della frontiera, l’influenza della guerra mondiale o forse anche la mancanza di attrazioni e divertimenti di cui si andavano arricchendo gli altri centri termali, possono aver contribuito a sviare la clientela di Stabio altrove. Sta di fatto che gli stabilimenti Mola e Ginella furono costretti a cessare ogni attività.

Nel novembre del 1938 la signora Dina, vedova Bobbià, già proprietaria dello stabilimento Maderni, accolse i suggerimenti del dottor Valente Bernasconi, che sottolineava l’importanza della creazione di un istituto clinico, diretto da un medico, con personale specializzato. Si diede mano così ai lavori di rimodernamento. Furono fatte accurate analisi dell’acqua. Con quest’ultima analisi l’acqua sorgiva di Stabio fu classificata fra le più importanti della Svizzera. Oggi le proprietà salutari di queste meravigliose acque sono sfruttate con successo in tutti i reparti del centro.

 

 

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